La recente manovra del governo Monti ( legge n.214 del 22/12/2011,
articolo 33), così come il precedente DPR n.138 del 13 agosto 2011
(convertito con modificazioni dalla legge n.148 del 14 settembre 2011),
sancisce che entro il 13 agosto 2012 gli Ordini Professionali dei medici
chirurghi e quelli delle professioni sanitarie non mediche dovranno
stabilire le sanzioni da applicare a chi non acquisisce ogni anno i
crediti ECM necessari per soddisfare gli obblighi formativi.OBBLIGO ECM
PER LA FORMAZIONE Il numero di crediti che ogni professionista della
Sanità è tenuto ad acquisire per il triennio 2011-2013 è di 150 ECM, con
un minimo di 25 ed un massimo di 75 per anno. I crediti ottenibili
attraverso convegni, congressi, conferenze, simposi, gruppi di
miglioramento, attività di ricerca, docenze e tutoring non possono
superare complessivamente il 60% delle attività formative, cioè 90
crediti nel triennio. I crediti acquisibili attraverso la partecipazione
ad eventi sponsorizzati non devono eccedere un terzo del totale (50
crediti). Nessuna limitazione è invece prevista per l’accesso ai corsi
in modalità FAD (ad eccezione degli infermieri professionali, per i
quali il limite è fissato alla soglia del 60%). L’E-LEARNING RAPPRESENTA
LA MIGLIORE SOLUZIONE PER ASSOLVERE AI PROPRI OBBLIGHI FORMATIVI.
L’obbligo formativo è del singolo. Resta comunque fondamentale il ruolo
svolto da ASL, AO ed Ordini, cui SalusNet offre strumenti e soluzioni
per la gestione della proprie politiche formative. Prima
dell’introduzione di questa normativa, pur essendoci formalmente
l’obbligo per gli operatori della sanità di partecipare a programmi
formativi, la sanzione, in caso di inadempimento o di parziale
adempimento, non era ancora divenuta operativa. Adesso che questo gap è
stato colmato, i riflettori si spostano sulle sanzioni e sulle modalità
attraverso cui assolvere a tale obbligo. Considerando l’attuale contesto
economico-finanziario e la sensibile riduzione dei budget, appare
evidente che le attività formative debbano necessariamente coniugarsi
con un contenimento della spesa e con rigore gestionale, mantenendo
sempre alti i livelli qualitativi del servizio, presupposto e finalità
ultima dell’ECM. L’intervento formativo in modalità e-Learning
rappresenta una soluzione concreta proprio perché è in grado di
soddisfare standard di qualità a costi competitivi e contenuti. In
ambito sanitario, l’Italia risulta essere un paese ancora troppo
diffidente nell’utilizzo di tali tecnologie. Abbattere le barriere
culturali che vedono nella FAD uno strumento ancora poco conosciuto e
diffuso, rappresenta un nostro importante ed ambizioso obiettivo.
Continua a leggere su http://quellichelafarmacia.com/4250/manovra-monti-scattano-sanzioni-per-medici-ed-operatori-della-sanita-che-non-raggiungono-i-crediti-ecm-obbligatori/
Il sito "TRAPANIMARTINO" nasce per informare i colleghi medici e le persone, con le notizie sulla medicina, e non solo, lette e riadattate, tratte dalla lettura di riviste scientifiche nazionali ed internazionali, ma anche da altri Blog e riviste on-line. Curato da Martino Massimiliano Trapani
giovedì 26 aprile 2012
domenica 15 aprile 2012
Monti “bisogna investire nei giovani talenti”
Non vogliamo credere che un Governo, che si presentato dicendo “quello che fa bene ai giovani, fa bene al Paese” voglia far cassa con i soldi delle borse di studio e degli assegni di ricerca, somme che garantiscono il minimo sostentamento per migliaia di giovanissimi ricercatori e medici specializzandi, quasi sempre fuori sede, che sempre pia fatica, in questo periodo di crisi, tentano di costruirsi una esistenza indipendente e dignitosa.
Il Segretariato Italiano Giovani Medici (S.I.G.M.), in accordo con la Confederazione Nazionale dei Medici Specializzandi(FederSpecializzandi), al fine di esprimere la più totale disapprovazione nei confronti dell’emendamento che, nell’ambito del disegno di legge “semplificazioni tributarie” attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, introdurrebbe latassazione IRPEF sulle borse di studio percepite dai medici in formazione specialistica, i dottorandi, e i corsisti in medicina generale.
Comunicato stampa congiunto GIOVANI MEDICI (S.I.G.M.) Federspecializzandi
Invitano pubblicamente i colleghi appartenenti alla suddette
categorie all’astensione dalle quotidiane attività assistenziali e di
ricerca nelle giornate del 16 e 17 Aprile 2012 ed alla
partecipazione alle assemblee pubbliche che verranno indette
autonomamente dai comitati locali di ciascun Ateneo nelle medesime
giornate.Inoltre, per amplificare la voce unita dei giovani medici italiani è stata indetta per martedi 17 Aprile 2012 una manifestazione nazionale che si terrà nella Piazza del Parlamento di Roma dalle ore 11.00 alle ore 13.00.
Tra le ultime news apprendiamo dalla segreteria particolare del Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca, sollecitata dal nostro Segretariato, che il MIUR avrebbe direttamente investito il proprio ufficio legislativo al fine di esprimere parere di netta contrarietà al testo approvato dal Senato.
L’invito ai colleghi è, in ogni caso, quello di non dimenticare la responsabilità sociale e la dignità della nostra professione che ci impongono, tra l’altro, di comunicare per tempo la nostra astensione ai servizi di riferimento al fine di non danneggiare cittadinanza e pazienti nella pur sacrosanta difesa dei nostri diritti. Pertanto, invitiamo tutti i colleghi a concentrare le loro attenzioni sulle manifestazioni in programma il 16 (astensione ed assemblee organizzative) e 17 aprile (astensione e sit in davanti la Camera dei Deputati), evitando di disperdere le energie in altre iniziative non coordinate a livello nazionale.
Il Consiglio Nazionale (S.I.G.M.)
Dipartimento Specializzandi (S.I.M.S.)
Giovani italiani, oltre 27mila all’anno fuggono all’estero. Destinazione: Germania e Gran Bretagna
di Sergio Nava
Uno spaccato inedito -per certi versi sorprendente – della nuova emigrazione professionale italiana: le nuove statistiche Aire (Anagrafe Italiani Residenti Estero) sui 20-40enni in uscita dall’Italia nel 2011 certificano il sorpasso delle regioni del Nord Italia su quelle del Sud, almeno per quanto riguarda le “forze fresche” che emigrano. La crisi sembra dunque incentivare soprattutto la fuga dei giovani settentrionali, residenti nelle zone più produttive. Un segnale allarmante.
La ricerca è stata diffusa dalla trasmissione “Giovani Talenti” di Radio 24: lo scorso anno sono state Lombardia e Veneto le regioni dalle quali sono emigrati più 20-40enni: 4.768 lombardi, 2.568 veneti. Solo al terzo posto la Sicilia (2.418 espatri), seconda nel 2010 e primatista nel decennio 2000-2010, seguita da Lazio (2.236) e Piemonte (2.197). Sesta la Campania (1.909), poi l’Emilia-Romagna (1.770), la Puglia (1.476), la Toscana (1.408) e la Calabria (1.181).
Il totale dei 20-40enni espatriati nel corso dell’anno solare è stato invece pari a 27.616, in leggera crescita rispetto al 2010, quando il dato toccò quota 27.246. È anche corretto precisare come si tratti di statistiche ufficiali, redatte sulla base di chi effettivamente si iscrive all’Aire (un obbligo di legge, dopo un anno all’estero). Ufficiosamente però, è noto come almeno un giovane su due mantenga la residenza in Italia, pur vivendo all’estero (soprattutto tra coloro che sono rimasti all’interno dell’UE), per evitare lungaggini burocratiche. I dati Aire sono quindi utili soprattutto per decifrare il fenomeno a livello di campione, tenendo presente che -ufficiosamente- potrebbero venire quantomeno raddoppiati: potremmo quindi stimare, più realisticamente, un flusso in uscita dall’Italia pari a circa 60mila 20-40enni nel 2011, sostanzialmente in linea con gli anni precedenti.
A livello statistico. Emigrano più i giovani uomini rispetto alle giovani donne: 15.569 contro 12.047, anche se nella fascia 20-30 anni lo scarto e’ minimo, e tende ad accentuarsi nella fascia 30-40 anni (9298 uomini, contro 6753 donne). Le ventenni appaiono molto più mobili della generazione che le ha precedute. Tra le destinazioni dell’espatrio “under 40″ si conferma in cima agli approdi l’Europa (18.347 giovani emigrati in altri Paesi del Continente), ed è in netta ascesa l’emigrazione verso l’America Meridionale (4201), che stacca nettamente quella verso l’America Centro-settentrionale (2653). Per Paesi, domina la classifica degli espatri dei 20-40enni la Germania (3549 emigrati), seguita dalla Gran Bretagna (3366) e dalla Svizzera (3118). Quinti gli Stati Uniti (1821), seguiti dall’Argentina (1817). Anche il Brasile, con 1461 espatri, si conferma una destinazione interessante. Tiene -nonostante la crisi- la Spagna (quinta tra le destinazioni europee, dopo la Francia): nella “top five” dei Paesi extraeuropei figurano Australia e Canada, nonostante le difficoltà per ottenere un visto di residenza permanente.
La comunità dei 20-40enni rappresenta una fetta importante sul totale degli espatriati dall’Italia, che nel 2011 ammontava -ufficialmente- a 60.635 unità: le classi più giovani e produttive rappresentano infatti il 45,54% del totale. Circa uno su quattro (il 26,47%) ha tra i 30 e i 40 anni. Una perdita netta per il sistema-Paese. La statistica Aire offre infine uno spaccato globale sul mondo dei nostri connazionali all’estero, aggiornato al 31 dicembre 2011: ben 4.208.977. Quasi quanto l’Emilia-Romagna. Se fossero una regione, sarebbero -per numero di abitanti- l’ottava regione della Penisola.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-02/giovani-italiani-estero-fuga-190016.shtml?uuid=AbawF6HF&fromSearch
Uno spaccato inedito -per certi versi sorprendente – della nuova emigrazione professionale italiana: le nuove statistiche Aire (Anagrafe Italiani Residenti Estero) sui 20-40enni in uscita dall’Italia nel 2011 certificano il sorpasso delle regioni del Nord Italia su quelle del Sud, almeno per quanto riguarda le “forze fresche” che emigrano. La crisi sembra dunque incentivare soprattutto la fuga dei giovani settentrionali, residenti nelle zone più produttive. Un segnale allarmante.
La ricerca è stata diffusa dalla trasmissione “Giovani Talenti” di Radio 24: lo scorso anno sono state Lombardia e Veneto le regioni dalle quali sono emigrati più 20-40enni: 4.768 lombardi, 2.568 veneti. Solo al terzo posto la Sicilia (2.418 espatri), seconda nel 2010 e primatista nel decennio 2000-2010, seguita da Lazio (2.236) e Piemonte (2.197). Sesta la Campania (1.909), poi l’Emilia-Romagna (1.770), la Puglia (1.476), la Toscana (1.408) e la Calabria (1.181).
Il totale dei 20-40enni espatriati nel corso dell’anno solare è stato invece pari a 27.616, in leggera crescita rispetto al 2010, quando il dato toccò quota 27.246. È anche corretto precisare come si tratti di statistiche ufficiali, redatte sulla base di chi effettivamente si iscrive all’Aire (un obbligo di legge, dopo un anno all’estero). Ufficiosamente però, è noto come almeno un giovane su due mantenga la residenza in Italia, pur vivendo all’estero (soprattutto tra coloro che sono rimasti all’interno dell’UE), per evitare lungaggini burocratiche. I dati Aire sono quindi utili soprattutto per decifrare il fenomeno a livello di campione, tenendo presente che -ufficiosamente- potrebbero venire quantomeno raddoppiati: potremmo quindi stimare, più realisticamente, un flusso in uscita dall’Italia pari a circa 60mila 20-40enni nel 2011, sostanzialmente in linea con gli anni precedenti.
A livello statistico. Emigrano più i giovani uomini rispetto alle giovani donne: 15.569 contro 12.047, anche se nella fascia 20-30 anni lo scarto e’ minimo, e tende ad accentuarsi nella fascia 30-40 anni (9298 uomini, contro 6753 donne). Le ventenni appaiono molto più mobili della generazione che le ha precedute. Tra le destinazioni dell’espatrio “under 40″ si conferma in cima agli approdi l’Europa (18.347 giovani emigrati in altri Paesi del Continente), ed è in netta ascesa l’emigrazione verso l’America Meridionale (4201), che stacca nettamente quella verso l’America Centro-settentrionale (2653). Per Paesi, domina la classifica degli espatri dei 20-40enni la Germania (3549 emigrati), seguita dalla Gran Bretagna (3366) e dalla Svizzera (3118). Quinti gli Stati Uniti (1821), seguiti dall’Argentina (1817). Anche il Brasile, con 1461 espatri, si conferma una destinazione interessante. Tiene -nonostante la crisi- la Spagna (quinta tra le destinazioni europee, dopo la Francia): nella “top five” dei Paesi extraeuropei figurano Australia e Canada, nonostante le difficoltà per ottenere un visto di residenza permanente.
La comunità dei 20-40enni rappresenta una fetta importante sul totale degli espatriati dall’Italia, che nel 2011 ammontava -ufficialmente- a 60.635 unità: le classi più giovani e produttive rappresentano infatti il 45,54% del totale. Circa uno su quattro (il 26,47%) ha tra i 30 e i 40 anni. Una perdita netta per il sistema-Paese. La statistica Aire offre infine uno spaccato globale sul mondo dei nostri connazionali all’estero, aggiornato al 31 dicembre 2011: ben 4.208.977. Quasi quanto l’Emilia-Romagna. Se fossero una regione, sarebbero -per numero di abitanti- l’ottava regione della Penisola.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-02/giovani-italiani-estero-fuga-190016.shtml?uuid=AbawF6HF&fromSearch
LETTERA APERTA DEI GIOVANI MEDICI ITALIANI ALL’ITALIA IN CRISI
Cari colleghi,
Presidente del Consiglio dei Ministri
Presidente del Senato
Presidente della Camera
Ministro della Salute
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Il Segretariato Italiano Giovani Medici, credendo che le richiamate parole di affetto e stima, rivolte ai giovani dal Presidente del Consiglio dei Ministri nel momento di maggior difficoltà del Paese, fossero la puntuale descrizione della terapia d’urto da attuare per curare la nostra Italia, non può credere né accettare che chi è chiamato al Governo del Paese voglia lasciarsi sfuggire il proprio capitale più prezioso.
I giovani rappresentano il futuro. Un Paese che non investe e non tutela i suoi giovani, ma li lascia andare via è un Paese destinato ad estinguersi.
pubblichiamo la “LETTERA APERTA DEI GIOVANI MEDICI ITALIANI ALL’ITALIA IN CRISI” (scarica la lettera) inviata all’attenzione di
Presidente della RepubblicaPresidente del Consiglio dei Ministri
Presidente del Senato
Presidente della Camera
Ministro della Salute
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Il Segretariato Italiano Giovani Medici, credendo che le richiamate parole di affetto e stima, rivolte ai giovani dal Presidente del Consiglio dei Ministri nel momento di maggior difficoltà del Paese, fossero la puntuale descrizione della terapia d’urto da attuare per curare la nostra Italia, non può credere né accettare che chi è chiamato al Governo del Paese voglia lasciarsi sfuggire il proprio capitale più prezioso.
I giovani rappresentano il futuro. Un Paese che non investe e non tutela i suoi giovani, ma li lascia andare via è un Paese destinato ad estinguersi.
I Giovani Medici Italiani
Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM)
Il governo vuole il sangue dei giovani medici
L’ipotesi di introdurre l’Irpef sulle borse di studio di
specializzandi, dottorandi e corsisti fa infuriare la categoria. Che ha
deciso di scioperare lunedì e martedì prossimo, e di protestare davanti
al Parlamento
Per far fare marcia indietro al governo, i giovani medici annunciano due giornate di sciopero, lunedì 16 e martedì 17 aprile. Data quest’ultima, in cui è in programma un sit-in davanti alla Camera, dalle 11 alle 13. A organizzare la protesta sono il Segretariato italiano giovani medici (Sigm) e la Confederazione nazionale degli specializzandi (Federspecializzandi).
Per uno specializzando, si parla di 300 euro mensili in meno, se la tassazione venisse confermata. In Italia, ha spiegato all’ANSA il presidente del Sigm Walter Mazzucco sono circa 25 mila i giovani medici interessati da questa norma, e tantissimi sono gli ospedali universitari che “si reggono sul contributo dei medici in formazione”. Strutture che, nelle due giornate, rischiano seri disagi. “Chiediamo al Governo e a tutti i gruppi parlamentari – si legge nella nota – di intervenire a correggere tale disposizione in occasione del passaggio alla Camera, affinché tale norma non finisca per produrre effetti travolgenti sul futuro del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
Qui la nota congiunta delle due associazioni di giovani medici.
fonte http://www.viaemilianet.it/notizia.php?id=10834
Fisco: Irpef su borse di studio, giovani medici in rivolta
(ANSA) – BOLOGNA, 13 APR – Due giornate di ‘sciopero’ dei giovani
medici italiani e un sit-in davanti alla Camera, per protestare contro
un emendamento del testo di conversione del decreto fiscale, che
introdurrebbe l’Irpef sulle borse di studio percepite dai medici in
formazione specialistica, dottorandi, e corsisti in medicina generale.
Ad invitare i colleghi a due giornate di astensione, lunedi’ e martedi’,
da attivita’ assistenziali e di ricerca, sono il Segretariato italiano
giovani medici (Sigm) e la Confederazione nazionale degli specializzandi
(Federspecializzandi), con una nota congiunta. Il ritrovo, martedi’,
sara’ in piazza del Parlamento, dalle 11 alle 13. Per uno
specializzando, si parla di 300 euro mensili in meno, se la tassazione
venisse confermata. In Italia, ha spiegato all’ANSA il presidente del
Sigm Walter Mazzucco sono circa 25 mila i giovani medici interessati da
questa norma, e tantissimi sono gli ospedali universitari che ”si
reggono sul contributo dei medici in formazione”. Strutture che, nelle
due giornate, rischiano seri disagi. ”Chiediamo al Governo e a tutti i
gruppi parlamentari – si legge nella nota – di intervenire a correggere
tale disposizione in occasione del passaggio alla Camera, affinche’ tale
norma non finisca per produrre effetti travolgenti sul futuro del
nostro Servizio Sanitario Nazionale”.(ANSA).
http://www.unita.it/notizie-flash/fisco-irpef-su-borse-di-studio-giovani-medici-in-rivolta-1.401181
Dl fisco/Irpef sulle borse di studio, in rivolta i giovani medici
Roma, 13 apr. (TMNews) – Due giorni di protesta
e un sit-in martedì 17 davanti alla Camera: i giovani medici sono sul
piede di guerra contro un emendamento del testo di conversione del
decreto fiscale che introdurrebbe una tassazione Irpef al 20 per cento
sulle loro borse di studio. “Non vogliamo credere – si legge sul portale
giovani medici – che un governo, che si è presentato dicendo ‘quello
che fa bene ai giovani, fa bene al Paese’ voglia far cassa con i soldi
delle borse di studio e degli assegni di ricerca, somme che garantiscono
il minimo sostentamento per migliaia di giovanissimi ricercatori e
medici specializzandi, quasi sempre fuori sede, che con sempre con più
fatica, in questo periodo di crisi, tentano di costruirsi una esistenza
indipendente e dignitosa”. Per questo, il Segretariato italiano giovani
medici (Sigm) e la Confederazione nazionale degli specializzandi
(Federspecializzandi), invitano i colleghi specializzandi, dottorandi,
borsisti e assegnisti ad astenersi da ogni attività lavorativa
assistenziale e di ricerca a partire dal 16 aprile e a partecipare al
sit-in di protesta martedì 17, dalle 11 alle 13, a piazza del Parlamento
a Roma.
MANIFESTAZIONE DI TUTTI GLI SPECIALIZZANDI MEDICI – LUNEDI’ 16 APRILE ORE 10.00 A MILANO IN PIAZZA CAVOUR!!!
MANIFESTAZIONE DI TUTTI GLI
SPECIALIZZANDI MEDICI DI MILANO!!!
LUNEDI’ 16 APRILE ORE 10.00
A MILANO IN PIAZZA CAVOUR!!!
Non vogliamo credere che un Governo, che si presentato dicendo “quello che fa bene ai giovani, fa bene al Paese” voglia far cassa con i soldi delle borse di studio e degli assegni di ricerca, somme che garantiscono il minimo sostentamento per migliaia di giovanissimi ricercatori e medici specializzandi, quasi sempre fuori sede, che sempre pia fatica, in questo periodo di crisi, tentano di costruirsi una esistenza indipendente e dignitosa.Il Segretariato Italiano Giovani Medici (S.I.G.M.), in accordo con la Confederazione Nazionale dei Medici Specializzandi(FederSpecializzandi), al fine di esprimere la più totale disapprovazione nei confronti dell’emendamento che, nell’ambito del disegno di legge “semplificazioni tributarie” attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, introdurrebbe latassazione IRPEF sulle borse di studio percepite dai medici in formazione specialistica, i dottorandi, e i corsisti in medicina generale.
Comunicato stampa congiunto GIOVANI MEDICI (S.I.G.M.) Federspecializzandi
Invitano pubblicamente i colleghi appartenenti alla suddette
categorie all’astensione dalle quotidiane attività assistenziali e di
ricerca nelle giornate del 16 e 17 Aprile 2012 ed alla
partecipazione alle assemblee pubbliche che verranno indette
autonomamente dai comitati locali di ciascun Ateneo nelle medesime
giornate.Inoltre, per amplificare la voce unita dei giovani medici italiani è stata indetta per martedi 17 Aprile 2012 una manifestazione nazionale che si terrà nella Piazza del Parlamento di Roma dalle ore 11.00 alle ore 13.00.
Tra le ultime news apprendiamo dalla segreteria particolare del Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca, sollecitata dal nostro Segretariato, che il MIUR avrebbe direttamente investito il proprio ufficio legislativo al fine di esprimere parere di netta contrarietà al testo approvato dal Senato.
L’invito ai colleghi è, in ogni caso, quello di non dimenticare la responsabilità sociale e la dignità della nostra professione che ci impongono, tra l’altro, di comunicare per tempo la nostra astensione ai servizi di riferimento al fine di non danneggiare cittadinanza e pazienti nella pur sacrosanta difesa dei nostri diritti. Pertanto, invitiamo tutti i colleghi a concentrare le loro attenzioni sulle manifestazioni in programma il 16 (astensione ed assemblee organizzative) e 17 aprile (astensione e sit in davanti la Camera dei Deputati), evitando di disperdere le energie in altre iniziative non coordinate a livello nazionale.
Il Consiglio Nazionale (S.I.G.M.)
Dipartimento Specializzandi (S.I.M.S.)
Borse di studio tagli da 300 euro al mese specializzandi
in rivolta in tutta Italia!!
E’ una vera e propria mega stangata quella che
stanno preparando per gli specializzandi di medicina e chirurgia. Una
legge già passata in senato (la minuscola iniziale è voluta) ridurrebbe
le borse di studio dei medici in formazione, già tra le più basse
d’Europa, di ulteriori 300 euro al mese, dopo il taglio già effettuato
due mesi fa. Tutto questo fa infuriare i giovani medici che stanno
organizzando proteste in tutta Italia per cercare di arginare questa
estorsione legalizzata, considerando che sulla base del compenso
dell’attuale borsa di studio, molti professionisti in formazione hanno
acceso mutui e messo su famiglie che, nella maggior parte dei casi,
stentano ad andare avanti con questa sola entrata. Alle porte c’è anche
uno sciopero generale degli specializzandi che, con buona probabilità,
bloccherebbe l’attività in gran parte degli ospedali universitari, che
si reggono sulle spalle di medici sottopagati e sfruttati.
http://www.amanteaonline.it/borse-di-studio-tagli-da-300-euro-al-mese-specializzandi-in-rivolta-in-tutta-italia-797629.html
Giovani italiani, oltre 27mila all’anno fuggono all’estero. Destinazione: Germania e Gran Bretagna
di Sergio Nava
Uno spaccato inedito -per certi versi sorprendente – della nuova emigrazione professionale italiana: le nuove statistiche Aire (Anagrafe Italiani Residenti Estero) sui 20-40enni in uscita dall’Italia nel 2011 certificano il sorpasso delle regioni del Nord Italia su quelle del Sud, almeno per quanto riguarda le “forze fresche” che emigrano. La crisi sembra dunque incentivare soprattutto la fuga dei giovani settentrionali, residenti nelle zone più produttive. Un segnale allarmante.
La ricerca è stata diffusa dalla trasmissione “Giovani Talenti” di Radio 24: lo scorso anno sono state Lombardia e Veneto le regioni dalle quali sono emigrati più 20-40enni: 4.768 lombardi, 2.568 veneti. Solo al terzo posto la Sicilia (2.418 espatri), seconda nel 2010 e primatista nel decennio 2000-2010, seguita da Lazio (2.236) e Piemonte (2.197). Sesta la Campania (1.909), poi l’Emilia-Romagna (1.770), la Puglia (1.476), la Toscana (1.408) e la Calabria (1.181).
Il totale dei 20-40enni espatriati nel corso dell’anno solare è stato invece pari a 27.616, in leggera crescita rispetto al 2010, quando il dato toccò quota 27.246. È anche corretto precisare come si tratti di statistiche ufficiali, redatte sulla base di chi effettivamente si iscrive all’Aire (un obbligo di legge, dopo un anno all’estero). Ufficiosamente però, è noto come almeno un giovane su due mantenga la residenza in Italia, pur vivendo all’estero (soprattutto tra coloro che sono rimasti all’interno dell’UE), per evitare lungaggini burocratiche. I dati Aire sono quindi utili soprattutto per decifrare il fenomeno a livello di campione, tenendo presente che -ufficiosamente- potrebbero venire quantomeno raddoppiati: potremmo quindi stimare, più realisticamente, un flusso in uscita dall’Italia pari a circa 60mila 20-40enni nel 2011, sostanzialmente in linea con gli anni precedenti.
A livello statistico. Emigrano più i giovani uomini rispetto alle giovani donne: 15.569 contro 12.047, anche se nella fascia 20-30 anni lo scarto e’ minimo, e tende ad accentuarsi nella fascia 30-40 anni (9298 uomini, contro 6753 donne). Le ventenni appaiono molto più mobili della generazione che le ha precedute. Tra le destinazioni dell’espatrio “under 40″ si conferma in cima agli approdi l’Europa (18.347 giovani emigrati in altri Paesi del Continente), ed è in netta ascesa l’emigrazione verso l’America Meridionale (4201), che stacca nettamente quella verso l’America Centro-settentrionale (2653). Per Paesi, domina la classifica degli espatri dei 20-40enni la Germania (3549 emigrati), seguita dalla Gran Bretagna (3366) e dalla Svizzera (3118). Quinti gli Stati Uniti (1821), seguiti dall’Argentina (1817). Anche il Brasile, con 1461 espatri, si conferma una destinazione interessante. Tiene -nonostante la crisi- la Spagna (quinta tra le destinazioni europee, dopo la Francia): nella “top five” dei Paesi extraeuropei figurano Australia e Canada, nonostante le difficoltà per ottenere un visto di residenza permanente.
La comunità dei 20-40enni rappresenta una fetta importante sul totale degli espatriati dall’Italia, che nel 2011 ammontava -ufficialmente- a 60.635 unità: le classi più giovani e produttive rappresentano infatti il 45,54% del totale. Circa uno su quattro (il 26,47%) ha tra i 30 e i 40 anni. Una perdita netta per il sistema-Paese. La statistica Aire offre infine uno spaccato globale sul mondo dei nostri connazionali all’estero, aggiornato al 31 dicembre 2011: ben 4.208.977. Quasi quanto l’Emilia-Romagna. Se fossero una regione, sarebbero -per numero di abitanti- l’ottava regione della Penisola.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-02/giovani-italiani-estero-fuga-190016.shtml?uuid=AbawF6HF&fromSearch
Uno spaccato inedito -per certi versi sorprendente – della nuova emigrazione professionale italiana: le nuove statistiche Aire (Anagrafe Italiani Residenti Estero) sui 20-40enni in uscita dall’Italia nel 2011 certificano il sorpasso delle regioni del Nord Italia su quelle del Sud, almeno per quanto riguarda le “forze fresche” che emigrano. La crisi sembra dunque incentivare soprattutto la fuga dei giovani settentrionali, residenti nelle zone più produttive. Un segnale allarmante.
La ricerca è stata diffusa dalla trasmissione “Giovani Talenti” di Radio 24: lo scorso anno sono state Lombardia e Veneto le regioni dalle quali sono emigrati più 20-40enni: 4.768 lombardi, 2.568 veneti. Solo al terzo posto la Sicilia (2.418 espatri), seconda nel 2010 e primatista nel decennio 2000-2010, seguita da Lazio (2.236) e Piemonte (2.197). Sesta la Campania (1.909), poi l’Emilia-Romagna (1.770), la Puglia (1.476), la Toscana (1.408) e la Calabria (1.181).
Il totale dei 20-40enni espatriati nel corso dell’anno solare è stato invece pari a 27.616, in leggera crescita rispetto al 2010, quando il dato toccò quota 27.246. È anche corretto precisare come si tratti di statistiche ufficiali, redatte sulla base di chi effettivamente si iscrive all’Aire (un obbligo di legge, dopo un anno all’estero). Ufficiosamente però, è noto come almeno un giovane su due mantenga la residenza in Italia, pur vivendo all’estero (soprattutto tra coloro che sono rimasti all’interno dell’UE), per evitare lungaggini burocratiche. I dati Aire sono quindi utili soprattutto per decifrare il fenomeno a livello di campione, tenendo presente che -ufficiosamente- potrebbero venire quantomeno raddoppiati: potremmo quindi stimare, più realisticamente, un flusso in uscita dall’Italia pari a circa 60mila 20-40enni nel 2011, sostanzialmente in linea con gli anni precedenti.
A livello statistico. Emigrano più i giovani uomini rispetto alle giovani donne: 15.569 contro 12.047, anche se nella fascia 20-30 anni lo scarto e’ minimo, e tende ad accentuarsi nella fascia 30-40 anni (9298 uomini, contro 6753 donne). Le ventenni appaiono molto più mobili della generazione che le ha precedute. Tra le destinazioni dell’espatrio “under 40″ si conferma in cima agli approdi l’Europa (18.347 giovani emigrati in altri Paesi del Continente), ed è in netta ascesa l’emigrazione verso l’America Meridionale (4201), che stacca nettamente quella verso l’America Centro-settentrionale (2653). Per Paesi, domina la classifica degli espatri dei 20-40enni la Germania (3549 emigrati), seguita dalla Gran Bretagna (3366) e dalla Svizzera (3118). Quinti gli Stati Uniti (1821), seguiti dall’Argentina (1817). Anche il Brasile, con 1461 espatri, si conferma una destinazione interessante. Tiene -nonostante la crisi- la Spagna (quinta tra le destinazioni europee, dopo la Francia): nella “top five” dei Paesi extraeuropei figurano Australia e Canada, nonostante le difficoltà per ottenere un visto di residenza permanente.
La comunità dei 20-40enni rappresenta una fetta importante sul totale degli espatriati dall’Italia, che nel 2011 ammontava -ufficialmente- a 60.635 unità: le classi più giovani e produttive rappresentano infatti il 45,54% del totale. Circa uno su quattro (il 26,47%) ha tra i 30 e i 40 anni. Una perdita netta per il sistema-Paese. La statistica Aire offre infine uno spaccato globale sul mondo dei nostri connazionali all’estero, aggiornato al 31 dicembre 2011: ben 4.208.977. Quasi quanto l’Emilia-Romagna. Se fossero una regione, sarebbero -per numero di abitanti- l’ottava regione della Penisola.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-02/giovani-italiani-estero-fuga-190016.shtml?uuid=AbawF6HF&fromSearch
sabato 14 aprile 2012
LETTERA APERTA DEI GIOVANI MEDICI ITALIANI ALL’ITALIA IN CRISI
pubblichiamo la “LETTERA APERTA DEI GIOVANI MEDICI ITALIANI ALL’ITALIA IN CRISI” (scarica la lettera) inviata all’attenzione di
Presidente della RepubblicaPresidente del Consiglio dei Ministri
Presidente del Senato
Presidente della Camera
Ministro della Salute
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Il Segretariato Italiano Giovani Medici, credendo che le richiamate parole di affetto e stima, rivolte ai giovani dal Presidente del Consiglio dei Ministri nel momento di maggior difficoltà del Paese, fossero la puntuale descrizione della terapia d’urto da attuare per curare la nostra Italia, non può credere né accettare che chi è chiamato al Governo del Paese voglia lasciarsi sfuggire il proprio capitale più prezioso.
I giovani rappresentano il futuro. Un Paese che non investe e non tutela i suoi giovani, ma li lascia andare via è un Paese destinato ad estinguersi.
I Giovani Medici Italiani
Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM)
venerdì 13 aprile 2012
CONTRO LA TASSAZIONE DELLE BORSE DI STUDIO GIORNATE DI PROTESTA DEI GIOVANI MEDICI IL 16 E 17 APRILE MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONGIUNTA GIOVANI MEDICI (SIGM) E FEDERSPECIALIZZANDI
Non vogliamo credere che un Governo, che si presentato dicendo “quello che fa bene ai giovani, fa bene al Paese” voglia
far cassa con i soldi delle borse di studio e degli assegni di ricerca,
somme che garantiscono il minimo sostentamento per migliaia di
giovanissimi ricercatori e medici specializzandi, quasi sempre fuori
sede, che sempre pia fatica, in questo periodo di crisi, tentano di
costruirsi una esistenza indipendente e dignitosa.
Il Segretariato Italiano Giovani Medici (S.I.G.M.), in accordo con la Confederazione Nazionale dei Medici Specializzandi(FederSpecializzandi),
al fine di esprimere la più totale disapprovazione nei confronti
dell’emendamento che, nell’ambito del disegno di legge “semplificazioni tributarie” attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, introdurrebbe latassazione
IRPEF sulle borse di studio percepite dai medici in formazione
specialistica, i dottorandi, e i corsisti in medicina generale.
Comunicato stampa congiunto GIOVANI MEDICI (S.I.G.M.) Federspecializzandi
Invitano pubblicamente i colleghi
appartenenti alla suddette categorie all’astensione dalle quotidiane
attività assistenziali e di ricerca nelle giornate del 16 e 17 Aprile
2012 ed alla partecipazione alle assemblee pubbliche che
verranno indette autonomamente dai comitati locali di ciascun Ateneo
nelle medesime giornate.
Inoltre, per amplificare la voce
unita dei giovani medici italiani è stata indetta per martedi 17 Aprile
2012 una manifestazione nazionale che si terrà nella Piazza del
Parlamento di Roma dalle ore 11.00 alle ore 13.00.
Tra le ultime news apprendiamo dalla
segreteria particolare del Ministro dell’Istruzione Università e
Ricerca, sollecitata dal nostro Segretariato, che il MIUR avrebbe
direttamente investito il proprio ufficio legislativo al fine di
esprimere parere di netta contrarietà al testo approvato dal Senato.
L’invito ai colleghi è, in ogni
caso, quello di non dimenticare la responsabilità sociale e la dignità
della nostra professione che ci impongono, tra l’altro, di comunicare
per tempo la nostra astensione ai servizi di riferimento al fine di non
danneggiare cittadinanza e pazienti nella pur sacrosanta difesa dei
nostri diritti. Pertanto, invitiamo tutti i colleghi a
concentrare le loro attenzioni sulle manifestazioni in programma il 16
(astensione ed assemblee organizzative) e 17 aprile (astensione e sit in
davanti la Camera dei Deputati), evitando di disperdere le energie in
altre iniziative non coordinate a livello nazionale.
Il Consiglio Nazionale (S.I.G.M.)
Dipartimento Specializzandi (S.I.M.S.)
Borse di studio tagli da 300 euro al mese specializzandi in rivolta in tutta Italia
E’ una vera e propria mega stangata quella che
stanno preparando per gli specializzandi di medicina e chirurgia. Una
legge già passata in senato (la minuscola iniziale è voluta) ridurrebbe
le borse di studio dei medici in formazione, già tra le più basse
d’Europa, di ulteriori 300 euro al mese, dopo il taglio già effettuato
due mesi fa. Tutto questo fa infuriare i giovani medici che stanno
organizzando proteste in tutta Italia per cercare di arginare questa
estorsione legalizzata, considerando che sulla base del compenso
dell’attuale borsa di studio, molti professionisti in formazione hanno
acceso mutui e messo su famiglie che, nella maggior parte dei casi,
stentano ad andare avanti con questa sola entrata. Alle porte c’è anche
uno sciopero generale degli specializzandi che, con buona probabilità,
bloccherebbe l’attività in gran parte degli ospedali universitari, che
si reggono sulle spalle di medici sottopagati e sfruttati.
http://www.amanteaonline.it/borse-di-studio-tagli-da-300-euro-al-mese-specializzandi-in-rivolta-in-tutta-italia-797629.html
Un paese vecchio con pochi medici
Su quali gambe camminerà la sanità di
domani? In uno scenario futuro di un’Italia dai capelli grigi, con
un’esplosione di necessità per le cure croniche, il sistema sanitario
potrebbe trovarsi impreparato. Già oggi, nel nostro paese abbiamo una
carenza strutturale di almeno 5mila medici tra radiologi, anestesisti e
personale dell’area d’emergenza (anche se i sindacati parlano di cifre
ben più pesanti). Che, conti alla mano, significa che tra una decina di
anni, mancherà un dottore su due.
E lo snellimento è stato ben fotografato dall’analisi della Ragioneria generale dello stato dove si legge che in un solo anno, dal 2009 al 2010, il nostro Sistema sanitario nazionale ha perso oltre 5.200 unità di personale, in gran parte medici e dirigenti non medici che perdono rispettivamente l’1,3 e l’1,7% delle forze lavoro.
Una fotografia che fa intravvedere i risultati di un’azione a tenaglia, da una parte del blocco delle assunzioni imposto alle regioni con i conti in rosso e, dall’altra, dalla riforma pensionistica: tant’è che oggi sono più i medici che escono dal mercato del lavoro che quelli che riescono a entrare, calcolando l’ingresso fin dall’università. Perché c’è un fatto che si sottolinea ancora poco. Superato il boom degli anni Settanta, quando le facoltà non avevano il numero chiuso e la percentuale di medici crebbe a dismisura, la situazione nel tempo si è capovolta. Quando andranno in pensione i laureati del decennio 1975-1985 (entro il 2020), la crisi si farà drammatica.
Ed è doveroso rilevare che questa inappropriatezza sul fabbisogno formativo non riguarda solo l’accesso alla professione medica, ma va estesa anche alle altre categoria della dirigenza sanitaria: veterinari, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi. A segnalare questa totale inadeguatezza, valga l’esempio dei biologi: a partire dall’anno accademico 2010-2011, ben 15 atenei sedi di scuole di specializzazioni non hanno prodotto bandi di ammissione per la categoria, che però ha l’obbligo del possesso del diploma di specializzazione quale requisito d’accesso ai pubblici concorsi del Ssn. A fronte di un fabbisogno stimato in almeno 700 accessi all’anno, il numero complessivo degli ingressi alle scuole si è ridotto del 50%. Tacendo del fatto che, al contrario degli specializzandi medici, per le altri professioni non è prevista remunerazione e di fatto, i giovani lavorano gratis per la nostra salute.
Oggi, la formazione del personale sanitario avviene senza tener conto dell’andamento della curva demografica che ci consegna un paese che invecchia e dove pertanto aumentano i reali bisogni assistenziali dei territori. Sicuramente, per il futuro è un segnale positivo quel 10% di posti in più nelle facoltà di medicina imposto dal decreto firmato a novembre dal ministro alla salute Renato Balduzzi, ma dobbiamo fare i conti con studenti che saranno medici specializzati non prima di una decina d’anni, ovvero proprio quando l’emergenza da “gobba previdenziale” avrà già prodotto i suoi danni.
Intanto un’altra categoria sanitaria fa sentire forte la sua voce: gli infermieri. Anche per loro, a fronte di un’esigenza esplosiva di queste professionalità, il numero degli accessi ai corsi universitari per le professioni sanitarie è stato ridotto dell’8%.
Di sicuro c’è un fatto, occorre intervenire subito. La sanità di domani rischia di diventare una brutta copia di quella che abbiamo oggi e il cambiamento deve partire dalle fondamenta, prevedendo una più democratica e appropriata regolamentazione degli ingressi per accedere alle professioni sanitarie: mediche e non, superando schemi interpretativi di un mondo del lavoro e dell’assistenza che hanno perso ogni attualità.
E lo snellimento è stato ben fotografato dall’analisi della Ragioneria generale dello stato dove si legge che in un solo anno, dal 2009 al 2010, il nostro Sistema sanitario nazionale ha perso oltre 5.200 unità di personale, in gran parte medici e dirigenti non medici che perdono rispettivamente l’1,3 e l’1,7% delle forze lavoro.
Una fotografia che fa intravvedere i risultati di un’azione a tenaglia, da una parte del blocco delle assunzioni imposto alle regioni con i conti in rosso e, dall’altra, dalla riforma pensionistica: tant’è che oggi sono più i medici che escono dal mercato del lavoro che quelli che riescono a entrare, calcolando l’ingresso fin dall’università. Perché c’è un fatto che si sottolinea ancora poco. Superato il boom degli anni Settanta, quando le facoltà non avevano il numero chiuso e la percentuale di medici crebbe a dismisura, la situazione nel tempo si è capovolta. Quando andranno in pensione i laureati del decennio 1975-1985 (entro il 2020), la crisi si farà drammatica.
Ed è doveroso rilevare che questa inappropriatezza sul fabbisogno formativo non riguarda solo l’accesso alla professione medica, ma va estesa anche alle altre categoria della dirigenza sanitaria: veterinari, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi. A segnalare questa totale inadeguatezza, valga l’esempio dei biologi: a partire dall’anno accademico 2010-2011, ben 15 atenei sedi di scuole di specializzazioni non hanno prodotto bandi di ammissione per la categoria, che però ha l’obbligo del possesso del diploma di specializzazione quale requisito d’accesso ai pubblici concorsi del Ssn. A fronte di un fabbisogno stimato in almeno 700 accessi all’anno, il numero complessivo degli ingressi alle scuole si è ridotto del 50%. Tacendo del fatto che, al contrario degli specializzandi medici, per le altri professioni non è prevista remunerazione e di fatto, i giovani lavorano gratis per la nostra salute.
Oggi, la formazione del personale sanitario avviene senza tener conto dell’andamento della curva demografica che ci consegna un paese che invecchia e dove pertanto aumentano i reali bisogni assistenziali dei territori. Sicuramente, per il futuro è un segnale positivo quel 10% di posti in più nelle facoltà di medicina imposto dal decreto firmato a novembre dal ministro alla salute Renato Balduzzi, ma dobbiamo fare i conti con studenti che saranno medici specializzati non prima di una decina d’anni, ovvero proprio quando l’emergenza da “gobba previdenziale” avrà già prodotto i suoi danni.
Intanto un’altra categoria sanitaria fa sentire forte la sua voce: gli infermieri. Anche per loro, a fronte di un’esigenza esplosiva di queste professionalità, il numero degli accessi ai corsi universitari per le professioni sanitarie è stato ridotto dell’8%.
Di sicuro c’è un fatto, occorre intervenire subito. La sanità di domani rischia di diventare una brutta copia di quella che abbiamo oggi e il cambiamento deve partire dalle fondamenta, prevedendo una più democratica e appropriata regolamentazione degli ingressi per accedere alle professioni sanitarie: mediche e non, superando schemi interpretativi di un mondo del lavoro e dell’assistenza che hanno perso ogni attualità.
http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/134042/un_paese_vecchio_con_pochi_medici
giovedì 12 aprile 2012
Contro la tassazione delle borse di studio giornate di protesta dei Giovani Medici il 16 e 17 Aprile
Contro la tassazione delle borse di studio giornate di protesta dei Giovani Medici il 16 e 17 Aprile.
il S.I.G.M. invita pubblicamente i tutti colleghi ad astenersi dalle attività lavorative nei giorni del 16 e 17 Aprile p.v. ed a partecipare alle assemblee permanenti che verranno organizzate nelle varie sedi universitarie in modo da dare un segnale forte, nel tempo utile, alla discussione parlamentare.
leggi tutto su WWW.GIOVANEMEDICO.IT
il S.I.G.M. invita pubblicamente i tutti colleghi ad astenersi dalle attività lavorative nei giorni del 16 e 17 Aprile p.v. ed a partecipare alle assemblee permanenti che verranno organizzate nelle varie sedi universitarie in modo da dare un segnale forte, nel tempo utile, alla discussione parlamentare.
leggi tutto su WWW.GIOVANEMEDICO.IT
venerdì 6 aprile 2012
GIOVANI MEDICI NELL’ITALIA E NELL’EUROPA DELLA CRISI: II CONFERENZA NAZIONALE S.I.G.M. – (Roma, 20-21 Aprile 2012)
Cosa significa essere giovane medico nell’Italia e
nell’Europa della crisi? Si sente spesso asserire che ai giovani
Italiani si prospetti inesorabilmente un futuro non roseo. La questione
vera è che, al di là di ogni previsione, il futuro va costruito nel
presente a partire dal contesto culturale di riferimento.
info e programma su www.giovanemedico.it
Il S.I.G.M. prosegue, pertanto, nell’opera di sensibilizzazione delle Istituzioni, ma soprattutto della categoria dei giovani medici, nella convinzione che il cambiamento della Professione e dell’assistenza socio-sanitaria non possa che partire dal diretto coinvolgimento dei giovani in un progetto di rinnovamento culturale che trovi ispirazione e fondamento nell’affermazione dell’etica, della responsabilità sociale della professione e della cultura di sistema.
La II Conferenza Nazionale dei Giovani Medici (SIGM) si propone di essere momento di sintesi delle migliori aspirazioni delle nuove classi mediche: la strutturazione in Capitoli (Professione, Assistenza ed Associazione) vuole essere specchio fedele di un mondo in evoluzione, ricco di potenzialità.
Venerdi 20 Aprile presso la Sala Conferenze della Fondazione ENPAM, sita in Via Torino 38, e sabato 21 Aprile presso l’ Aula A1 – Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, sita in Viale Regina Elena, 287/A – Via Caserta 6 i Giovani Medici saranno protagonisti di una intensa due giorni di lavori congressuali in compagnia dei maggiori esperti del settore e dei rappresentanti delle Istituzioni che sovrintendono alla formazione medica (scarica programma in allegato).
info e programma su www.giovanemedico.it
Il S.I.G.M. prosegue, pertanto, nell’opera di sensibilizzazione delle Istituzioni, ma soprattutto della categoria dei giovani medici, nella convinzione che il cambiamento della Professione e dell’assistenza socio-sanitaria non possa che partire dal diretto coinvolgimento dei giovani in un progetto di rinnovamento culturale che trovi ispirazione e fondamento nell’affermazione dell’etica, della responsabilità sociale della professione e della cultura di sistema.
La II Conferenza Nazionale dei Giovani Medici (SIGM) si propone di essere momento di sintesi delle migliori aspirazioni delle nuove classi mediche: la strutturazione in Capitoli (Professione, Assistenza ed Associazione) vuole essere specchio fedele di un mondo in evoluzione, ricco di potenzialità.
Venerdi 20 Aprile presso la Sala Conferenze della Fondazione ENPAM, sita in Via Torino 38, e sabato 21 Aprile presso l’ Aula A1 – Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, sita in Viale Regina Elena, 287/A – Via Caserta 6 i Giovani Medici saranno protagonisti di una intensa due giorni di lavori congressuali in compagnia dei maggiori esperti del settore e dei rappresentanti delle Istituzioni che sovrintendono alla formazione medica (scarica programma in allegato).
domenica 1 aprile 2012
Come sarà la Medicina del Futuro?
Come sarà la Medicina del Futuro? Potremo
trascendere davvero i limiti fisici e psico- relazionali e terapeutici
tra medico e paziente? E tra farmaco e sua somministrazione o tra
diagnostica ed utenza potranno esserci nuove modalità di esecuzione dei
protocolli terapeutici magari con scambio preciso in tempi istantanei di
trasmissione di parametri vitali la cui rapida acquisizione a volte può
fare la differenza nel salvare la nostra ed altrui vita?
L’argomento è talmente importante e socialmente rilevante che l’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS ha coniato il termine “Telemedicina”
cioè *erogazione di servizi sanitari quando la distanza è un fattore
critico e per cui è necessario da parte degli operatori adoperare
tecnologie informatiche e telecomunicative al fine di scambiare
informazioni utili alla diagnosi e al trattamento preventivo delle
malattie e per garantire flussi di informazioni continue agli erogatori
di prestazioni sanitarie supportando ricerca e valutazione della
terapie e cure necessarie*.
Telemedicina quindi non intesa come nuova
disciplina medica ma come nuova modalità di fare ciò da sempre espresso
in termini di assistenza e di cura al cittadino_ paziente Poiché la
telemedicina implica l’erogazione di una prestazione sanitaria siamo in
presenza di un sistema che pone al proprio centro il paziente ed il suo
stato di salute e contiene la presenza ed il coinvolgimento di operatori
sanitari ai quali, con diversa attribuzione, viene demandata la
gestione dell’erogazione delle stesse prestazioni. Tutto questo sarebbe
irrealizzabile senza tecnologie moderne di comunicazione_ trasmissione
di informazioni corrette, sicure e di qualità. La telemedicina oggi
comprende una vastissima area di applicazioni e ad usufruirne possono
essere diverse branche mediche dalla cardiologia alla pneumologia
dall’ortopedia all’ostetricia in comunione con neurologia, oncologia,
radiologia. I soggetti sanitari coinvolti in futuro saranno diverse
figure sanitarie come la guardia medica, il pronto soccorso le
ambulanze ed ambulatori con le case di cura; anche aziende e centri
sportivi, navi, scuole, istituti carcerari oltre che singoli pazienti
potranno usufruire di tale complesso sistema. La telemedicina nasce
quindi come servizio sociale di assistenza domiciliare permettendo
colloqui tra specialisti distanti, stimolandone condivisione delle
competenze e protocolli diagnostico-terapeutici, fornendo dell’intero
sistema assistenziale la gestione infrastrutturale di dati clinici
aggiornati in tempo reale. Verranno in tal modo raggiunti obiettivi
come la razionalizzazione economica nell’ impiego di risorse
specialistiche e conseguente estensione territoriale delle competenze
specialistiche con opportunità di formazione continua di personale
medico generico e infermieristico .Un risparmio di risorse economiche in
genere a carico paziente di non poco conto. La telemedicina in un
futuro prossimo porterà ad una ottimizzazione delle informazioni _dati
gestiti a livello applicativo finalizzata alla costituzione di banche
dati centralizzate per studi epidemiologici e statistici. La maggiore
uniformità del trattamento medico veicolato da un capillare. efficace
supporto applicativo per la gestione di protocolli omogenei e condivisi
condurrà ad una tracciabilità e monitoraggio degli eventi relativi al
paziente con aumento di efficacia dei sistemi di analisi e validazione
dei protocolli di trattamento utilizzati a livello locale, regionale,
nazionale; miglioramento continuo del servizio offerto e supporto alla
pianificazione e controllo degli investimenti effettuati e riduzione del
numero dei trasferimenti di pazienti cui necessiti una consulenza
identificando quei casi che richiedano cure chirurgiche o che presentino
lesioni progressive e una riduzione dei rischi legati al trasporto di
pazienti.
Ma una considerazione a parte la merita
una innovazione tecnologica assoluta costituita dal primo “Chip” in
grado di inoculare farmaci a distanza sperimentato con successo su
soggetti umani al MIT da due professori dell’istituto Robert Langer e
Michael Cima. Il chip contiene capsule di farmaci impiantato nel
paziente e in grado di rilasciare sostanze medicali nei modi e nei
tempi prescritti. I due medici già avevano annunciato una
sperimentazione di questo tipo ma l’effettivo test risale solo al 2011
quando a sette donne tra i sessantacinque-settanta anni sono stati
impiantati chips per il rilascio graduale di una medicina per combattere
l’osteoporosi per circa quattro mesi. Gli sperimentatori hanno rilevato
che gli impianti si sono rivelati affidabili ed alcuni pazienti hanno
persino dimenticato la percezione di averli Il
chip_farmaco_selettivo_iniettivo rappresenterà una innovazione utile in
primis per trattamenti di condizioni croniche con necessità di terapie
iniettive circadiane dove la adesione e il rispetto del trattamento è
molto importante in molti regimi farmacologici a volte assai difficile
da fare accettare ai pazienti non inclini alle terapie iniettive appunto
e gli sperimentatori come il Prof. Cima vedono nel nuovo chip una
risoluzione completa nell’automatismo dei trattamenti valutando che i
vantaggi dell’innovazione saranno enormi e favoriranno l’ingresso di una
nuova era. Il collega Langer ci dice che con l’utilizzo dei chips in
telemedicina si potranno controllare a distanza somministrazioni
farmaceutiche veicolandole secondo un ritmo regolare, inoculando inoltre
diverse sostanze terapeutiche con maggiore esattezza di dosaggio
rispetto alle iniezioni in modalità standard .Rischi per la sicurezza?
Come ogni trasmissione dati sarà necessario proteggere in modo efficace e
sicuro il sistema da remoto per eventuali malfunzionamenti o da azioni
di “intruders” che potrebbero procurare sospensioni anomale dei
trattamenti e possibili inoculazioni non volute di farmaci. La
Telemedicina quindi come ogni nuova scoperta_innovazione andrà quindi
sempre e con costanza evolutiva e nella ricerca medica, approfondita
ponderata, studiata, migliorata, protetta.
Dott.FKT Francesco Alessandro Squillino
http://www.scienze-naturali.it/ricerca-scienza/la-telemedicina
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