Per il Segretariato dei giovani medici (Sigm) è "l'unica
occasione" per rilanciare le giovani generazioni di medici e per
rovesciare le logiche che hanno indebolito il Ssn e contribuito alla
creazione dell'attuale crisi. L’auspicio è che le Istituzioni aviino i
lavori per questa riforma già dal prossimo autunno.
20 AGO - In una lettera
contenente “riflessioni di mezza estate su presente e futuro della
condizione dei giovani medici italiani” il Consiglio Esecutivo del
Segretariato dei giovani medici (Sigm) rimarcano come la sfida per del
futuro sarà rappresentata dalla competitività tra sistemi e modelli
assistenziali e tra le professionalità mediche operanti nei differenti
contesti UE. Per non alimentare il gap tra i medici italiani e quelli di
altre nazioni, oggi esistente, “è necessario invertire da subito la
tendenza, ponendo in essere le condizioni per fornire ai giovani medici
le condizioni ambientali, organizzative e strutturali necessarie ad
esprimersi ed accrescersi professionalmente”. A questo scopo i Giovani
Medici chiedono al più presto una riforma del percorso formativo pre e
post laurea in Medicina, auspicando che le istituzioni competenti
avviino i lavori per tale riforma già a partire dal prossimo autunno.
Anche per superare "le logiche e gli schemi" che hanno "contribuito a
creare la debolezza strutturale del sistema sanitario su cui la crisi si
è impiantata".
Ecco il testo integrale della lettera aperta che il Consiglio Esecutivo del Sigm ha scritto ai colleghi giovani medici.
"Cari Colleghi,
in piena pausa estiva dalle attività, per chi ovviamente se la può
permettere, riteniamo opportuno condividere con voi alcune riflessioni
sul presente e futuro della condizione dei giovani medici italiani. Già
da più parti è stato annunciato l’ingresso, a partire dal prossimo
autunno, di un periodo denso di sacrifici e restrizioni, alla luce di
una profonda e persistente crisi economico-finanziaria che non sta
risparmiando e non risparmierà la Sanità al pari di tutti gli altri
settori produttivi e sociali. Nonostante ciò, confidiamo che la predetta
crisi possa rappresentare un’importante occasione per cambiare in
meglio il sistema Salute del nostro Paese e per rinnovare la Professione
Medica, rivedendo gli assetti attuali e superando logiche e schemi che
hanno ingessato e sclerotizzato i meccanismi di incentivazione del
merito e della realizzazione dei giovani, contribuendo da lontano a
creare la debolezza strutturale su cui la crisi si è impiantata.
Le variazioni demografiche, unitamente allo spostarsi del bisogno di
salute dall’ospitalità al territorio, non hanno parimenti registrato
l’adozione di politiche professionali oculate e rispettose di un patto
generazionale nei fatti mai sancito: difatti, come è noto, i giovani
medici non potranno godere di una tutela previdenziale degna di tale
definizione, tanto meno potranno avere riconoscimenti (in termini
economici e sociali), lontanamente paragonabili a quelli delle
generazioni che li hanno preceduti.
Il futuro dovrà essere opportunamente orientato ed incardinato verso la
qualità professionale e la produttività, il che richiede un’adeguata
formazione e professionalizzazione del medico, tale da essere spendibile
nel contesto UE ed internazionale. L’Europa senza confini è ormai una
consolidata realtà sia per cittadini (Trattato di Schengen) che per i
medici (D.Lgs 368/99 di "Attuazione della direttiva 93/16/CEE in materia
di libera circolazione dei medici e di reciproco riconoscimento dei
loro diplomi, certificati ed altri titoli"), ma anche per i pazienti
(Direttiva UE 24/2011 sulla “cross-border Healthcare”: in vigore dal
marzo 2013, consentirà a tutti cittadini comunitari di andarsi a curare
in un altro stato membro alle stesse condizioni offerte dal proprio
stato di appartenenza).
Il tema centrale dei prossimi anni sarà rappresentato, pertanto, dalla
competitività tra sistemi e modelli assistenziali e tra le
professionalità mediche operanti nei differenti contesti UE. Per
riassumere in una battuta quanto prima affermato, l’unica occasione di
rilancio per le giovani generazioni di medici è rappresentata dalla
formazione e professionalizzazione, ovvero dalla possibilità di
raggiungere una piena maturità ed autonomia professionale in tempi
adeguati, unitamente ad avere giuste opportunità di progressione di
carriera, quanto di arricchimento sociale ed umano. Non si può e non si
deve continuare ad alimentare il gap con i pari età delle altre nazioni,
ma è necessario invertire da subito la tendenza, ponendo in essere le
condizioni per fornire ai giovani medici le condizioni ambientali,
organizzative e strutturali necessarie ad esprimersi ed accrescersi
professionalmente.
Ai colleghi meno giovani (intendendo col concetto di “giovinezza” non
una condizione anagrafica, bensì mentale) che si sono fatti interpreti
di un sistema non più attuale e non più sostenibile, e che sono stati
concausa delle criticità che investono la condizione dei giovani medici
italiani (siano essi in formazione specialistica o specifica di medicina
generale, ricercatori o dipendenti o convenzionati) i Giovani Medici
(SIGM) offrono il loro entusiasmo, fermamente legato al realismo che si
conviene a questo momento storico, ed il loro contributo per un
confronto costruttivo e rispettoso, finalizzato a superare il gap tra
generazioni e per prevenire l’altrimenti inevitabile conflitto
intergenerazionale, i cui presupposti sono sotto gli occhi di tutti.
Comprendiamo le insicurezze ed il nervosismo che conseguono allo
sgretolarsi di un sistema di cui si è stati protagonisti, ma, forti
della nostra buona fede e delle nostre idee, non ci facciamo né inibire
né intimorire da nessuno. Ciò detto, a fronte della nostra disponibilità
e comprensione, chiediamo che vengano abbandonate vecchie pratiche
tendenti a cercare di sminuire o, talora, addirittura a mistificare il
messaggio ed il lavoro del proprio interlocutore, distraendo le energie
in sterili polemiche che probabilmente rappresentano il pretesto per
temporeggiare e per giustificare surrettiziamente la mancata volontà di
cambiare l’attuale stato delle cose.
Serve non solo una chiara presa di posizione a favore del cambiamento,
ma è ormai indifferibile il superamento dell’attuale sistema: rinunciare
a qualche diritto acquisito (che talora assume i contorni di
privilegio) a favore dei giovani camici bianchi è un dovere a cui non ci
si può più sottrarre. Ma per fare ciò, occorre superare la logica di
parte ed imparare a guardare all’insieme: tutti noi, giovani e meno
giovani, facciamo parte di un sistema complesso ed in divenire ed, in
una logica di interazione, è chiaro che le scelte dei singoli finiscono
per ricadono su tutti.
Ai colleghi giovani il SIGM rinnova un accorato appello a convergere ed
a fare quadrato, nel convincimento forte di essere un importante
substrato associazionistico espressione del mondo giovanile, il cui
contributo, libero da condizionamenti e da costrizioni, ha dimostrato di
essere in grado di riaprire il dibattito sulla condizione dei giovani
medici italiani dopo anni di immobilismo e di assuefazione, nei quali
chi avrebbe dovuto compiere delle scelte di strategica importanza per il
futuro dei giovani colleghi è stato invece distratto dal mantenere o
addirittura incrementare le posizioni ed i privilegi acquisiti.
In conclusione, i Giovani Medici italiani auspicano che le Istituzioni
(siano esse accademiche, politiche e professionali) che sovrintendono
alla formazione medica vogliano realmente porre in essere a partire dal
prossimo autunno una riforma del percorso formativo pre e post-lauream
(con particolare riferimento alla formazione specialistica ed alla
formazione specifica di medicina generale) che metta le future
generazioni di medici nelle condizioni di essere protagoniste della
sanità del XXI secolo, con particolare riferimento alla continuità ed
integrazione delle cure, all’aggiornamento professionale continuo
attraverso l’accesso alle evidenze scientifiche ed all’addestramento sul
campo, al confronto su base internazionale, all’approccio olistico ed
alla riscoperta del rapporto medico-paziente".
Il Consiglio Esecutivo Sigm