giovedì 29 marzo 2012

E il medico ora fa come Groupon

Il logo di Groupon (Credits: LaPresse)
Il logo di Groupon (Credits: LaPresse)
di Thomas Mackinson
Dopo avere sparato a zero su Groupon e processato i camici bianchi che lo usano l’Ordine dei medici s’è messo in testa di fare il proprio gruppo d’acquisto a coupon. La notizia arriva da Bologna, dove il presidente Giancarlo Pizza ha deposto le armi legali contro i discount della medicina per usare le stesse del nemico.
Entro due mesi sarà accessibile un portale ad hoc dove i singoli medici potranno promuovere prestazioni scontate. «La differenza è che le inserzioni saranno rigorosamente controllate dall’Ordine per garantire qualità delle prestazioni, correttezza e trasparenza. Il nome dei medici non sarà affiancato a un marchio terzo e i cittadini per iscriversi al servizio non pagheranno nulla».
La sbiancatura dei denti avrà comunque prezzi competitivi ma zero rischi. «Inizialmente gestiremo noi il sito e se funzionerà lo affideremo successivamente a un service esterno pagato dagli iscritti che vorranno usufruirne». Per ora i medici bolognesi si sono mostrati interessati ma cauti, una cinquantina quelli che hanno manifestato interesse.
Ma da Bologna a Roma il passo è breve. Il presidente dell’Ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi apprende da Panorama Economy la notizia e promuove l’iniziativa integralmente: «Mi sembra un’idea molto interessante e non escludo che, fatte le opportune verifiche, la si possa adottare a livello nazionale, previo passaggio in consiglio».
E certo che piace, perché ormai gli ordini hanno poche speranze di imporre tariffe o limitare la pubblicità dei camici bianchi. «L’intendimento del governo» si rammarica Rossi «va nella direzione di liberalizzare i servizi e noi che siamo ordini dello Stato non possiamo che adeguarci. Ma questo non significa che siamo costretti a una resa incondizionata al Far West delle prestazioni al ribasso e senza controllo. Al rigore del passato e alla libertà totale deve esserci un’alternativa».
Che a questo punto potrebbe essere proprio quella indicata dall’Ordine di Bologna di creare e gestire direttamente strumenti di promozione per i medici in un ambiente protetto che escluda chi fa il furbo o propone prestazioni a tariffe così stracciate da essere difficilmente compatibili con un servizio di qualità.
«La differenza è che oggi come Ordine noi facciamo controlli ex post su servizi, tariffe e pubblicità. Quando ne troviamo una che non convince approfondiamo ed eventualmente prendiamo le iniziative del caso. L’idea di un portale col bollino della categoria permetterebbe invece una selezione alla fonte delle proposte a garanzia dei cittadini».
Perché nella querelle con Groupon, per quanto le pronunce delle authority confortino la libertà di impresa del professionista, secondo l’Ordine ci sono dei temi di tutela pubblica ancora da risolvere. «Resta il tema fondamentale e delicatissimo delle prestazioni precostituite a pacchetto. Come fa il paziente a sapere a quale accertamento deve sottoporsi senza una visita medica?».
In realtà Rossi ha già percorso un pezzo di questa strada inserendo sul sito dell’Ordine un’area per la medicina complementare. «In questo spazio abbiamo creato elenchi  che non hanno valore di legge ma accreditano chi li usa su requisiti deontologici e professionali che spesso in questo ambito sono una spina nel fianco».
Se Bologna e Milano sembrano andare in una direzione di concorrenza dichiarata a Groupon, molto prudente è l’Ordine Nazionale. Il presidente Amedeo Bianco ritiene l’iniziativa «anomala rispetto ai compiti dell’istituzione».
«L’Ordine non può avere scopi promozionali ma deve continuare nella sua prima attività che è regolatoria e di accertamento e certificazione della trasparenza e della veridicità delle proposte dei medici, dei requisiti dei singoli professionisti e così via».
Il problema resta. E anche Bianco lo ha chiarissimo in mente: «Nella rincorsa alle tariffe promozionali manca trasparenza. Se un medico propone una radiografia al torace a 35 euro deve spiegare come copre i costi: i 150 mila euro del macchinario e quelli conseguenti alla prestazione, la copertura assicurativa, il personale, i materiali, le tasse. Insomma la promozione standardizzata e costante non sta in piedi dal punto di vista economico, presuppone un trade-off continuo e in giro – infatti – si trova di tutto».
Poi resta il problema di chi (e perché) dice di no a un medico inserzionista la cui esclusione dalla piattaforma medica potrebbe finire direttamente all’Antitrust. «Vediamo cosa esce fuori da questo esperimento di Bologna, poi ci ragioniamo».
Il gruppo d’acquisto professionale piace anche ad altri ordini. «Ho visto il presidente dell’Ordine degli ingegneri a cena e gli ho esposto il progetto. Plaude all’iniziativa e non esclude di seguirla a beneficio degli iscritti» spiega Pizza.
Per sapere come finirà tocca aspettare, ma il fatto che gli ordini siano costretti a prendere le armi al nemico rafforza la posizione di Groupon e degli altri operatori. «Chi ci dava contro fa la stessa cosa, forse non siamo così terribili» dice il ceo Boris Hageney. «Siamo piacevolmente colpiti: replicare il nostro modello significa avvalorare il nostro servizio e riconoscere la validità dello strumento per i professionisti ».
E l’occasione è buona per sottolineare che si tratta di un caso tutto italiano. «Negli altri 45 Paesi non abbiamo avuto difficoltà: gli ordini stessi collaborano con noi per migliorare l’offerta e garantire un buon servizio. Nessuno dei medici richiamati dall’Ordine è stato sanzionato. Queste false accuse non fanno altro che spaventare partner che si sentono minacciati» conclude Hageney.
http://blog.panorama.it/economia/2012/03/29/e-il-medico-ora-fa-come-groupon/

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